I numeri della mediazione, i tempi della giustizia civile e l’economia

La diffusione della mediazione negli ultimi anni non è andata allo stesso ritmo della diffusione della cultura della mediazione e delle ADR.
Lasciamo da parte il dibattito sulla terminologia delle ADR (Alternartive Dispute Resolution, tradotto Risoluzione Alternativa dei Conflitti) e sul significato di alternativa, e soprattutto, alternativa a cosa?; soffermiamoci su risoluzione o meglio composizione dei conflitti che può avvenire stragiudizialmente e/o
secondo i riti della giustizia civile.
I due sistemi di risoluzione dei conflitti, giudiziale e stragiudiziale, possono raggiungere i risultati desiderati alla sola condizione che i tempi della giustizia civile siano contenuti. Il presupposto è se la giustizia civile è efficace ed efficiente la mediazione civile e commerciale può svolgere un ruolo più incisivo.
La mediazione rappresenta un vantaggio sociale e competitivo per il Paese: attraverso la prevenzione, la gestione e la composizione dei conflitti, e quindi, l’affermazione della cultura della pacificazione, dove i benefici non si esauriscono in migliori relazioni sociali ma costituiscono una forte attrattiva per gli
investitori nazionali ed internazionali.
Il calo dei procedimenti di mediazione del primo semestre 2020 è caratterizzato principalmente dall’alta richiesta di rinvio dei procedimenti civili, in conseguenza dell’emergenza Covid 19, e dallo svolgimento degli incontri tra le parti coinvolte nel procedimento di mediazione in via telematica mediante sistemi di videoconferenza. La norma già prevedeva la possibilità di svolgere il procedimento di mediazione secondo modalità telematiche (art. 3, comma 4, del d.lgs. 28/2010), ma era poco utilizzato. Oggi, diversamente, alcune considerazioni normate, delle modalità già in uso dai più attenti conoscitori della materia, ne hanno determinato un utilizzo più diffuso. Sicuramente il tentativo di mediazione on-line, superato il periodo di emergenza, vivrà del cosiddetto effetto mascherina il cui utilizzo non cesserà con la pandemia virale ma rappresenterà un nuovo approccio culturale di prevenzione del conflitto.
Nel post emergenza.
Il numero delle mediazioni riprenderà ad aumentare sino ai numeri del 2019, essendo quello della mediazione un mercato maturo, rappresentando il 15% delle materie del contenzioso civile: il perché il legislatore non intervenga nell’estendere a tutte le materie la condizione di procedibilità rimane un mistero.
Mentre la ripresa dell’attività della giustizia civile darà luogo ad un intasamento giudiziario che deteriorerà i già pessimi risultati in termini di durata dei procedimenti che ci vedono già agli ultimi posti dei paesi UE ed anche di quelli OCSE.
Il piano per la ripresa dell’Europa si basa su riforme strutturali che modificano radicalmente il Paese e oggi trascurare la riforma della giustizia, intervenendo su tempi e modalità, allontana l’Italia dalla crescita e dall’aumento di produttività.
Oggi si richiamano i medici pensionati e gli specializzandi, domani rischiamo di richiamare i magistrati in quiescenza e i tirocinanti e, magari, dotarli di scranni a rotelle.

Marco Ceino